Il primo romanzo di questa serie mi era molto piaciuto, quindi ho preso con assoluto entusiasmo la notizia della pubblicazione, a pochi mesi dall'uscita del primo, da parte della Fanucci di questo secondo volume (il terzo è atteso per l'estate del 2015 in America).
A distanza di poco tempo dal termine de "I mille nomi" (sono passate pochissime settimane) il generale Janus Bet Vhalnich, il capitano Marcus d'Ivoire e il luogotenente Winter Ihernglass - a seguito della scoperta delle tavolette dei Mille nomi - sono tornati nella capitale (Vordan City) a causa della morte del Re. La nuova erede al trono, che è la giovane fanciulla Raesinia Orboan, a seguito di un legame instaurato con i Sacerdoti nel Nero - che le avevano salvato la vita lasciandola "abitata" da un demone - è tenuta sotto scacco da parte del duca Orlanko, il quale conosce il suo segreto e lo sfrutta a suo vantaggio (= ricatto).
Raesinia ha però una forte personalità e una grande forza di volontà e, nonostante la sua situazione molto precaria, cerca di opporsi al ricatto di cui è vittima cercando di evitare che Orlanko possa realizzare il desiderio di divenire il nuovo Re.
Raesinia, infatti, scappa e da quel momento in poi il suo scopo sarà quello di creare una vera opposizione al potere di Orlanko, essendo disposta anche ad arrivare a compiere una vera e propria rivolizione, se necessaria.
In tutto questo Janus, Marcus e Winter, quando giungono in quel della capitale dopo aver lasciato le fila dei Coloniali, trovano una città che vive nell'estrema povertà, che è lacerata dalle lotte intestine dei potenti che la governano e che si strappano il potere senza pensare a chi è governato, ma si trucida per possedere qualcosa che abita solo nelle loro menti.
Il Re, però, in un ultimo atto disperato nomina Janus Ministro della Giustizia (per contrastare marginalmente il potere di Orlanko), Marcus Capo della guardia cittadina e Winter quale infiltrato nelle file di coloro che vogliono destabilizzare il governo. Ma le cose sono peggiori di quanto il Re potesse prevedere ...
Perchè la situazione tesa non deriva solo dalla una lotta interna, ma anche da azioni invasive esterne, perchè oltre alle truppe di Orlanko che marciano verso la capitale, anche grandi potenze cercano di destabilizzare politicamente Vordan, che deve affrontare intrighi di palazzo, lotte intestine e un'erede in pericolo. Questa è la situazione nella quale Wexler muove i suoi personaggi e gioca le sue carte per intrappolare il lettore in un'avventura ancora più coinvolgente.
Questa serie mi sta piacendo perchè riesce a essere molto varia, riuscendo a cambiare molto spesso vedute, componendo un grande quadro con pezzetti molto diversi e minuscoli, riesce a essere avventuroso, molto fisico, ma poi tira fuori anche quell'animo riflessivo e intenso che si coglie perfettamente in questo secondo capitolo.
"Il trono ombra" è un romanzo in un certo senso è piuttosto diverso da "I mille nomi" dove vi era più fisicità, con battaglie, intensi conflitti, duri scontri e lotte. Qui infatti Wexler predilige la riflessione, che è preponderante nelle quasi seicento pagine del romanzo e che emerge per acclarare non solo la bravura narrativa di Wexler, ma anche e soprattutto per chiarire i punti di maggior criticità che erano stati intessuti nel precedente romanzo.
In "Il trono ombra" Wexler ci introduce in intrighi di palazzo, al pensiero interiore dei vari personaggi, che pensano al loro passato, alle loro vite presenti e passati e cercano un punto di forza per affrontare il proprio futuro, che appare quanto mai incerto. Ma è un volo pindarico che conduce alla fisicità, allo scontro, alla lotta politica, alle lotte di palazzo e che a seguito di queste riflessioni diviene però più consapevole e maturo.
Maturo ed intenso anche lo stile adottato da Wexler, che migliora e cresce ad ogni romanzo. Certo non siamo ai livelli di Sanderson (ma diciamoci la verità, chi lo sarebbe??) ma mi è molto piaciuto, mi ha catturato. Wexler è efficie nella sua scrittura, va veloce, senza particolari approfondimenti descrittivi, senza appesantire la storia con troppi dettagli, andando semplicemente dritto al sodo del discorso, scorrendo fluido e veloce.
Complessivamente ho apprezzato davvero molto questo romanzo e lo consiglio (ovviamente previa letture del romanzo precedente) in quanto è un bell'intreccio narrativo commisto ad bel sottotesto importante di tematiche, che risulta importante ma non ridondante, profondo ma mai noioso e apprezzabile soprattutto per lo stile di un narratore capace.
Django Wexler si è laureato all’università Carnegie Mellon di Pittsburgh
in scrittura creativa ed informatica ed ha lavorato proprio per
l’università in un progetto di ricerca sull’intelligenza artificiale.
Successivamente è stato assunto dalla Microsoft ed ora vive a Seattle
insieme a due gatti ed una montagna di libri. Quando non è impegnato
nella stesura della sua serie, The Shadow Campaigns, litiga con i
computer, dipinge soldatini e si intrattiene con qualunque genere di
gioco.
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore
Alcuni dicono che l’amore è un bambino
e alcuni che è un uccello
alcuni dicono che fa girare il mondo
e altri che è solo un’assurdità,
e quando ho chiesto cosa fosse al mio vicino
sua moglie si è seccata e ha detto
che non era il caso di fare queste domande.
Può assomigliare a un pigiama
o a del salame piccante dove non c’è da bere?
Per l’odore può ricordare un lama
o avrà un profumo consolante?
È pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
È tagliente o ha gli orli lisci e soffici?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
I libri di storia ne parlano
solo in piccole note a fondo pagina,
ma è un argomento molto comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sulle copertine degli orari ferroviari.
Ha il latrato di un cane affamato
o fa il fracasso di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
con una sega o con un pianoforte Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
O apprezzerà soltanto musica classica?
La smetterà quando si vuole un po’ di pace?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
L’ho cercato nei chioschi del giardino
ma lì non c’era mai stato:
ho anche esplorato le rive del Tamigi
e l’aria balsamica delle terme.
Non so cosa cantasse il merlo
o che cosa dicesse il tulipano,
ma certo non era nel pollaio
e nemmeno sotto il letto.
Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull’altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
È un buon cittadino o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se un po’ audaci?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto grattando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sull’autobus mi pesterà un piede?
Arriverà come il cambiamento improvviso del tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
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"O Tell Me The Truth About Love"
Some say love's a little boy,
And some say it's a bird,
Some say it makes the world go round,
Some say that's absurd,
And when I asked the man next door,
Who looked as if he knew,
His wife got very cross indeed,
And said it wouldn't do.
Does it look like a pair of pyjamas,
Or the ham in a temperance hotel?
Does its odour remind one of llamas,
Or has it a comforting smell?
Is it prickly to touch as a hedge is,
Or soft as eiderdown fluff?
Is it sharp or quite smooth at the edges?
O tell me the truth about love.
Our history books refer to it
In cryptic little notes,
It's quite a common topic on
The Transatlantic boats;
I've found the subject mentioned in
Accounts of suicides,
And even seen it scribbled on
The backs of railway guides.
Does it howl like a hungry Alsatian,
Or boom like a military band?
Could one give a first-rate imitation
On a saw or a Steinway Grand?
Is its singing at parties a riot?
Does it only like Classical stuff?
Will it stop when one wants to be quiet?
O tell me the truth about love.
I looked inside the summer-house;
It wasn't even there;
I tried the Thames at Maidenhead,
And Brighton's bracing air.
I don't know what the blackbird sang,
Or what the tulip said;
But it wasn't in the chicken-run,
Or underneath the bed.
Can it pull extraordinary faces?
Is it usually sick on a swing?
Does it spend all its time at the races,
or fiddling with pieces of string?
Has it views of its own about money?
Does it think Patriotism enough?
Are its stories vulgar but funny?
O tell me the truth about love.
When it comes, will it come without warning
Just as I'm picking my nose?
Will it knock on my door in the morning,
Or tread in the bus on my toes?
Will it come like a change in the weather?
Will its greeting be courteous or rough?
Will it alter my life altogether?
O tell me the truth about love.
Considerazioni.
Dopo il carinissimo "Con un poco di zucchero" che mi aveva decisamente conquistato arriva questo racconto breve sempre targato YouFeel, la collana solo digitale di Rizzoli, il quale fa palesemente (e anche senza troppo mistero) riferimento alla trilogia erotica (che faccia piacere o meno) del nostro tempo "Cinquanta sfumature di grigio".
Il racconto ha come protagonista Cristian Grei, ma anzichè essere ricco, bellissimo e fichissimo come il suo famoso (quasi) omonimo è un becchino, intelligentone e piuttosto ipocondriaco che al posto di avere una stanza rossa del peccato e del sadomaso ha una stanza piena di giochi, console, strumenti informatici più o meno ludici, ecc...
Little Tony (ovvero Antonella Stasi) è invece una dottoressa molto amica di Cristian che è innamorata del nostro eroe da sempre, ma che non è mai riuscita a comunicargli quello che prova per lui, credendo di essergli indifferenti.
Come al solito la Parenti si (e ci) diverte a sdrammatizzare, ironizzare su una situazione della vita, un personaggio che entra nella vita quotidiana (come Christian Grey) o un momento e destrutturando la storia, "smotando" il personaggio a suo di risate (nostre).
Anche qui non si smetisce e riesce a regalare una storia spassosissima, infarcita di battute ironiche che non lasciano spazio al pensiero ma solo al divertimento, allo spasso, che viene naturale, dal profondo e sincero.
E' facilissimo immedesimarsi in Tony, la ragazza che si è innamorata di un uomo che pensa non la corrisponda, che anela e spasima per un uomo che non la considera (o perlomeno così crede). Ed è facile entrare nei meccanismi così ben oliati della commedia, con la rincorsa tra Cristian e Tony, nonostante le loro pocche, le loro manie, quasi ossessive, che li perseguitano da sempre e li contraddistinguono.
Chiara Parenti Dice di sè "Sono arrivata sul vostro
pianeta 34 anni fa e ci sto molto volentieri. Sono giornalista e addetta
stampa, ma lavoro anche con i libri che mi piacciono tantissimo. Abito a
Carraia-County, una spolverata di casine tra i campi e l’A11, in
provincia di Lucca. Sono brava a fare la raccolta differenziata e odio i
cetrioli e le pulizie di primavera. La settimana in cui ho lavorato
come rappresentante di aspirapolvere è stata la più terrificante della
mia vita. Dotata di almeno 45 personalità diverse che albergano
allegramente nella mia testa, adoro scrivere storie, per poter dar voce a
ognuna di esse. Sono pigra e fermamente convinta che se una cosa è
troppo lontana per essere presa senza alzarmi dal divano, allora è una
cosa che non mi serve. Il mio motto è: non fare oggi quello che puoi
tranquillamente fare domani. Ho un Topino Adorato, una Lady Gaga
come gatto, e scrivo cose buffe su un blogghino che si chiama Il
Giardino d’estate, che aggiorno con una cadenza giornaliera. Cioè
settimanale. No, forse quindicinale. Insomma, ogni volta che me lo
dicono le vocine nella mia testa".
Questo mese escono tutta una serie di autori, vecchi e nuovi, noti e meno noti, che sono a mio parere da tenere d'occhio perchè potrebbero regalare alcune "chicche" letterarie molto moderne, ma anche rivisitazioni particolarmente brillanti di spunti già visti.
Parto con il presentarvi la pubblicazione di un autore che seguo sempre con una certa apprensione, perchè regala storie bellissime che si ricordano sempre con piacere. Bellissimi ed intriganti i suoi personaggi (sia maschili che femminili) e gli intrecci che crea tra questi ultimo utilizzando una trama lineare, semplice, ma sempre d'impatto. Quando il fantasy può essere poetico ...
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La torre
della Rondine
di Andrzej Sapkowskj
pagine 500 circa
prezzo 18€
Nord
dal 19 febbraio
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Andrzej Sapkowski è nato a Łódź, in Polonia, nel 1948. Nonostante gli studi di economia, ha sempre amato raccontare storie e, all’inizio degli anni ’90, con la pubblicazione della serie che ha come protagonista Geralt di Rivia, ha ottenuto un travolgente successo prima in patria e poi all’estero, coronato dall’uscita della serie di videogiochi The Witcher, ispirati ai suoi romanzi. Attualmente è uno degli scrittori fantasy più letti d’Europa.
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Non ho ancora compreso bene la data di uscita di questo romanzo, in quanto risulta in uscita per il 19 febbraio ma non è ancora possibile effettivamente ordinarlo. Staremo a vedere. Questo è il secondo romanzo di Chandler (ovvero alias di Wellington) che mira a un fantasy meno cupo e più incentrato su personaggi della narrativa fantasy classica. Il primo romanzo non mi aveva sconvolto l'esistenza, ma è stato un piacere leggere di questa storia, per cui la consiglio e vi propongo il suo secondo titolo.
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La maledizione della torre nera
di David Chandler
pagine 528
prezzo 4.99€ ebook
9.90€ cartaceo
Newton Compton
dal 19 febbraio
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David Chandler è lo pseudonimo di David Wellington, autore bestseller del «New York Times» e famoso scrittore di romanzi horror, acclamati dalla critica letteraria mondiale. Per ulteriori informazioni, visitate i siti internet.
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Questa è invece una rivisitazione delle origini di Alice nel paese delle meraviglie in salsa YA moderna... lascio a voi ogni considerazione in quanto non ho bene in mente cosa possa accadere... forse mi lascerò stupire, forse.
Un esordio da più di 100.000 copie vendute
Bestseller del New York Times
Tradotto in 10 Paesi
Romantico, originale, intrigante
Nel segno del fantasy
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Il mio splendido migliore amico
di A. G. Howard
pagine 400 circa
prezzo 9.90€ cartaceo
4.99€ ebook
Newton Compton
dal 19 febbraio
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«Alyssa è una delle protagoniste più originali che abbia mai incontrato.
Il mio splendido migliore amico è un romanzo affascinante, destabilizzante,
che unisce atmosfere dark e puro romanticismo.» USA Today
«Una visione decisamente oscura delle fantasie di Alice,
resa ancora più intrigante da una sfida romantica e atmosfere cupe e sensuali.» Booklist
«L’immaginazione di A.G. Howard è sconfinata:
il tono ipnotico e l’affascinante ambientazione,
tra follia e creatività, spingono i lettori dritti nella tana del coniglio.» Publishers Weekly
A.G. Howard vive nel Nord del Texas. Adora nella scrittura mescolare la malinconia e il macabro e rovesciare l’atteso nell’inatteso; trae ispirazione per le sue storie da tutte le cose imperfette. Cerca sempre di dar vita a personaggi che raccontino ogni sfumatura degli esseri umani e poi, per dare un brivido in più ai lettori, si diverte a mettere sottosopra il loro mondo. È sposata e madre di due figli. Potete seguirla su Facebook, Twitter.
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Sogni, horror e incubi nel più inquietante dei romanzi che vi presento quest'oggi. E' un romanzo che mi ricorda la serie tv appena terminata negli Usa e in arrivo qui in Italia American Horror Story Freak Edition, ambientata in un circo e terribilmente raccapricciante a mio gusto, ma probabilmente è un link del mio cervello, perchè il pagliaccio Twisty si insinua ancora nei miei incubi ... la cover comunque è abbastanza inquietante ... non so se lo leggerò (pauuuura!!!!!).
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Sogni pericolosi
di J. R. Johansson
pagine 400 circa
prezzo 9.90€
ebook 4.99€
Newton Compton
dal 19 febbraio
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J.R. Johansson vive a Orem, nello Utah, con suo marito e i loro due figli. Durante il corso di studi in Relazioni Pubbliche, ha sostenuto anche alcuni esami di psicologia, da cui ha tratto ispirazione per i suoi personaggi. Sogni pericolosi è il suo libro d’esordio.
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Apocalypse Now now
di Charlie Human
pagine 350 circa
prezzo 18€
Gargoyle
dal 19 febbraio
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«Nella mente del protagonista
esplodono fantasie incontenibili.
Divertentissimo!»
– SciFi Now
«Un viaggio nella tana del Bianconiglio
verso un Sudafrica che non sapevate esistere.
Astenersi deboli di stomaco!»
– SciFi Bulletin
«Immaginifico, folle e magnificamente assurdo,
una favola piena di mostri con un ritmo frenetico»
– Starburst Magazine
Charlie Human è laureato in Scrittura Creativa all’università di Cape Town, dove lavora per alcune testate online. Ha pubblicato il racconto breve The Immaculate Particle in Pandemonium: Stories of the Apocalypse e Land of the Blind nella versione inglese di Zoo City a cura di Lauren Beukes. Apocalypse Now Now è il suo primo romanzo.
Il romanzo in questione si pone nel filone distopico che tanto mi piace leggere, ma senza rinunciare a grandi tematiche di spessore come la povertà e la relativa segregazione e discriminazione di coloro che si trovano a vivere miseramente senza nulla possedere.
Il protagonista di questa storia, Achille, è infatti un uomo che non possiede molto, è un povero, un soggetto che in una società che punta sull'implementazione delle risorse, sull'incremento della produttività per il raggiungimento di una ricchezza sempre maggiore, non conta nulla e su cui nulla si può puntare.
E' una vita da emarginato quella che spetta ad Achille, il quale non lavorando non si può concedere quanto spetta normalmente a coloro che sono invece produttivi e necessari nelle maglie della società.
La storia, seppur non molto lunga, si presenta interessante e grazie anche allo stile particolare di Mingotti riesce a incentrare tutta la narrazione in modo da catturare l'interesse del lettore introducendolo direttamente nella visuale e nei panni di Achille, cercando di portarlo il più possibile nel suo vissuto e con lui a conoscere la situazione estremamente agosciosa del suo vivere, che appare sin da subito veramente molto difficile.
L'intento dell'autore è palesemente rivolto non tanto ad indagare la situazione dei poveri, quanto piuttosto portare nei panni dei soggetti esterni, quelli che osserivano i più poveri, coloro che non hanno idea di quello che la condizione, di ciò che comporta la situazione di povertà.
E' un romanzo complessivamente interessante e atto a sensibilizzare sul tema preso in considerazione, ma devo confessare di aver trovato il romanzo decisamente molto lento. Mi è davvero dispiaciuto perchè la storia è interessante e Mingotti riesce ad emergere sempre per uno stile che cattura, con argomentazioni importanti, passaggi e riflessioni che sfiorano il poetico, ma la lentezza ha davvero avuto grande parte di questa lettura, facendomela apprezzare molto meno di quanto avrei potuto.
Ivano Mingotti è nato l'8 gennaio 1988, a Desio e risiede a Macherio (MB). Lavora per la grande distribuzione, è laureato in Scienze umanistiche della Comunicazione e diplomato in Lingue straniere. Presidente dell'associazione culturale LiberoLibro Macherio, nota nell'ambito brianzolo per l'omonimo concorso letterario e gli eventi culturali promossi, quali presentazioni di libri e raccolte di poesie. Autore precoce e già riconosciuto, la sua bibliografia è composta da sei pubblicazioni: Storia di un boia (Kimerik, 2009), Solo gli occhi (Kimerik, 2010), Stati uniti d'aspirina (Zona, 2011), Sotto un sole nero (DeD'A, 2012), Nebbia (DeD'A, 2013), Il cenotafio di Simon Petit (Leucotea, 2014).
Considerazioni. Racconto breve pubblicato qualche anno fa in cartaceo (ma solo in edicola quindi al momento irreperibile se non nell'usato) finalmente approda al digitale con nuova copertina e con una pubblicazione singola.
Questo racconto si colloca come ultimo (breve) capitolo della serie "Gamblers", resa memorabile da "Sognando te" romanzo che oltre a consigliarvi caldamente narrava le vicissitudi di Sarah e Derek, divenuti poi genitori di Lydia, la protagonista di questo racconto ("Infine, tu" invece costituisce il prequel di "Sognando te").
Fatta questa panoramica iniziale, ci troviamo 20 anni dopo la nasciata di Lydia, la quale ha ben altri 4 fratelli e sorelle. Lydia assomiglia molto alla mamma, la quale più che essere presa da pizzi, sete, trucchi e amori veri o presunti si dedica all'apprendimento, alla cultura e in particolare si vota interamente allo studio della matematica, della fisica e compagnia (scientifica) cantante, per cui è decisamente portata e a cui ha votato la sua esistenza. La sua vita è serena, tranquilla e trascorre piacevolmente e intrisa d'amore, che perviene tanto dai genitori che dai suoi fratelli.
Tutto cambia quando il giorno nel suo fidanzamento con un membro altisonante dell'aristocrazia scelto proprio da lei (che vede il matrimonio come un passo doveroso ma anche senza amore, ed infatti non è innamorata del futuro marito), recatasi in giardino per fare i suoi amati calcoli - invece di intrattenersi con gli ospiti - s'imbatte in uno degli uomini più affascinanti che abbia incontrato in vita sua, il Dott. Jake Linley. Il suo cuore, per la prima volta, palpita per qualcuno e la porta a comprendere la differenza tra un matrimonio di convenienza e uno d'amore e passione ...
Come anche i precedenti romanzi di questa serie "Nodi d'Amore" mi è piaciuto moltissimo. Ovviamente mi sarebbe piaciuto fosse stato più lungo, si fosse enucleato maggiormente. Mi avrebbe fatto piacere essere immersa in questa storia più a lungo, ma va bene anche così.
Incomincio con il premettervi (si, ancora, non spazientitevi) che è quasi impossibile non innamorarsi di Lydia al primo acchito, con la sua testa tra nuvole di matematica e la fiducia di avere il controllo dei sentimenti e degli eventi.
Mi è piaciuto il fatto che come per la madre Sarah (protagonista di "Sognando te"), la Kleypas abbia voluto far perdere la testa a un essere femminile molto controllato, posato, cerebrale più che sentimentale. Ma a differenza di Sarah, Lydia non pensa e non va in cerca dell'amore, in cui incappa fortunosamente mentre pianifica altro, mentre è intenta a conoscere quello che ama con la passione e l'intedefessa intenzione che la contraddistingue dai suoi fratelli e sorelle.
Seppur in un numero decisamente breve di pagine, la Kleypas (che ha vinto il premio romance più ambito proprio con un racconto, per cui vi assicuro soddisfazione con questa breve lettura) riesce a catturare l'animo di Lydia, farla (e farci) innamorare perdutamente del Dott. Linley e sviluppare una storia romantica che conduce al sogno e appaga la mente romantica con assoluta soddisfazione.
Non mi dilungo maggiormente per il solo fatto che la recensione sarebbe quasi più lunga del racconto, ma sappiate che vale veramente la pena, abbiato o meno letto la serie in cui è inserita, perchè la Kleypas è la Kleypas e "Nodi d'amore" è un vero spasso per cuori romatici che delizia e ammalia.
Lisa Kleypas, laureata in scienze
politiche, ha pubblicato il suo primo romanzo a soli ventun anni.
Eletta Miss Massachusetts, si è dedicata alla carriera letteraria: i
suoi romanzi d'amore sono pubblicati in quattordici lingue e le sono
valsi numerosi premi. Gli altri titoli della serie ambientata a Friday
Harbor sono Dove finiscono le favole (2012), Una piccola magia (2012) e Sogni sull'acqua (2013), tutti pubblicati in Oscar Mondadori.
La coppia Flumeri - Giacometti è tornata! Largo dunque a coloro che conoscono la loro scrittura piacevole, toccante, romantica e (come in questa collana) molto piccante, ma anche a coloro che ancora di queste due autrici non ha letto nulla perchè troveranno una storia amorosa, certo, ma con il fascino di una magnifica città come Matera e la bellezza di ampio respiro data dai panorami descritti, impregnati di sentimento.
Questa volta la storia raccontata dalla collaudatissima coppia di autrici ci conduce per l'appunto a Matera con Valentina e Bruno.
Valentina è una giovane ragazza di Roma fidanzata con Mattia che a seguito di una lite con il capo si licenzia e s'imbarca in un viaggio che la porterà a Matera e che le cambierà profondamente l'esistenza.
Nel suo viaggio Valentina incontrerà Bruno, imprenditore di un certo successo, il quale non solo mostrerà alla nostra protagonista panorami indimenticabili, pieni di magia e bellezza, ma anche, forse, l'amore.
E' un romanzo che parla d'amore, è vero. Ma non pensiate univocamente a un solo tipo, in quanto in questo piccolo racconto, che non raggiune nemmeno le cento pagine, potete trovare diverse declinazioni dell'amore: quello tra due persone, quello per se stessi, per la propria crescita personale, per la propria terra, per i sogni che si custodiscono in un cassetto e che si muore dalla voglia di realizzare, ecc...
Flumeri - Giacometti hanno evidentemente scritto una storia sull'amore, ma rivolto - in primis - alla propria terra, per un paese in particolare, che è Matera, descrivendola nelle sue vesti più affascinanti, belle e poetiche.
Le due scrittrici, che scrivono come se fossero una sola persona, hanno creato una storia intrisa di bellezza e poesia creando una cornice e un contesto che traslasse le problematiche che attengono in generale a un paese ed una terra, anche nella relazione di due persone che si sentono attratte vicendevolmente, ma che hanno diversi problemi da affrontare prima di stare insieme e di avvicinarsi.
E' un racconto che nel complesso mi è decisamente piaciuto, ed anche la sua brevità non disturba, anzi.
La ricchezza di dettagli, la meraviglia della scoperta di molte cose che sono a portata di mano, ma che ancora non si è colto riescono a carpire l'interesse e coinvolgere il lettore in una vicenda che anche si esaurisce in fretta, rimane impressa anche per diverso tempo, ricordandosi con molto piacere.
Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti sono una collaudatissima
coppia creativa. Autrici di romanzi rosa e fotoromanzi, hanno scritto
per la radio e la pubblicità, fino all'approdo al piccolo schermo come
sceneggiatrici di note fiction quali Incantesimo, Carabinieri e Orgoglio.
non ci sei di Anouska Knight
Pagine 396
Prezzo 10,90€ Harlequin Mondadori già disponibile voto: 4/5
--o--
Considerazioni.
Libro veramente molto, ma molto carino. E' un romanzo che si legge in tempi brevissimi anche se si compone di circa quattrocento pagine ed è una storia carinissima da affrontare, che risulta romantica, positiva, piacevole e confortevole.
"Da quando non ci sei" è un romanzo che nasce con un retro gusto dolceamaro, vista la vicenda della protagonista ventisettenne, Holly, la quale pur essendo vedova da due anni non riesce a darsi pace per la perdita del consorte.
Holly ha però un grande punto di forza, che la rende positiva e aperta alla vita: un negozio, una pasticceria, dove viene incanalata tutta la sua voglia e necessità di dolcezza, colore, vita e serenità, cosa che invece mon riesce a concretizzare nella sua vita personale. Procederebbe tutto abbastanza serenamente non fosse per la mancanza del suo amatissimo Charlie, il suo defunto marito, ma invece il vuoto che sente non riesce a colmarsi, la ferita rimane sempre aperta, sempre presente.
Sarà proprio il lavoro a concederle una seconda possibilità all'amore e la guarigione che serviva causata dalla morte di Charlie. Un giorno, infatti, la consegna di una torta particolare (vi lascio scoprire cosa) a farle incontrare il bel Ciaran, il quale noterà Holly e troverà il modo per iniziare una serie di incontri che porteranno i due ad avvicinarsi sempre di più.
E' un romanzo che mi è piaciuto per diverse ragioni. La prima è che Holly non è la solita protagonista in cerca dell'amore, in quanto l'ha trovato e l'ha perso, ma si accosta a quest'ultimo con una certa dose di stupore, meraviglia e spavento che quasi riempe il cuore. In secondo luogo mi è piaciuto perchè si svolge in mezzo ai dolci color pastello, ma senza finire annientato dalla sua zuccherosità.
Holly è stata davvero una bella scoperta che ha saputo regalarmi un'avventura leggera ma con quell'agrodolce che stempera il romanticismo, ed anche Ciaran mi è piaciuto. Quest'ultimo, infatto è stato fatto evolvore dall'autrice in modo naturale e piacevole: da figlio viziato e playboy ne emerge man mano un uomo più maturo, consapevole e responsabile.
Entrambi sono interessanti da seguire per il fatto che se da una parte Holly teme il nuovo sentimento che cresce dentro di lei, dall'altra parte Ciaran deve gestire per la prima volta l'amore con la A maiuscola e ne è tutto subito abbastanza spaurito. Bello quindi vedere come tutti e due riescano a conciliarsi con quello che appaiono e sono stati da quello che potrebbero essere se lasciassero alle spalle (ma senza dimenticare) il proprio passato.
Piacevolissimi anche i comprimari, che reggono bene la storia rendendola funzionale e dinamica, senza venirne schiacciati, anche se alcuni ne emergono un pò come "macchiette" della situazione: Penny, Jess, il padre di Ciaran, Martha sono tutti personaggi che hanno un ruolo perfetto per far "muovere" i due veri protagonisti.
Ne sortisce un romanzo caloroso, accogliente, dolce, un pizzico amaro ma assolutamente piacevole e pieno di sentimento. Consigliato senza ombra di dubbio.
Anouska Knightcon Da quando non ci sei
ha vinto il famoso concorso letterario indetto dal network tv
britannico ITV e ha raggiunto la vetta delle classifiche di The
Bookseller e Heatseekers. Vive nello Staffordshire, dove scrive a tempo
pieno, anche se trova sempre un momento per preparare una torta come si
deve.
pagine 110
prezzo 14.90€ Fazi editore
già disponibile voto:
--o--
Considerazioni.
Hazlitt era una persona ed un personaggio particolare per il suo tempo. Leggendo la sua storia si comprende la ragion d'essere di questo romanzo e il bisogno recondito di dare voce a un pensiero che nella sua mente non poteva essere taciuto e andava detto, nonostante questo comportasse una sorta di tacita e pacifica emarginazione e sociale, nonchè l'essere inviso da suoi contemporanei.
Hazlitt era solito dare voce alle opinioni non richieste, a dire cose scomode per società e morale comune e se infischiava beatamente del fatto che questo potesse poi renderlo una sorta di pensatore incompreso del suo tempo.
In questo saggio Hazlitt, con la sua caratteristica ironia inglese, la sua eccentrica verve, parla delle persone colte sotto un duplice aspetto: da un lato ce ne parla come gli uomini colti vedono il mondo e dall'altro analizza queste persone dal punto di vista delle loro mancanze e quindi nel modo in cui gli altri, i meno colti, li vedono e li criticano.
E' una lettura interessante e irriverente che risulta anche molto moderna e - seppur scritte nel 1800 - tutt' ora molto valida sia in ambito politico, quanto sociale che morale.
Le critiche - supportate da citazioni di autori di tutti i tempi - sono argute e vanno oltre gli screzi della società (della politica, ecc...) del tempo, ma colgono la natura del problema, di quello che non funziona, di quello che stride, che non è come dovrebbe essere o agisce nell'ipocrisia, ed è proprio per questo motivo che è traslabile nel nostro contesto storico, anche se molto diverso da quello ottocentesco in cui è stato scritto.
Ovviamente dato il periodo in cui è stata scritta l'opera quest'ultima potrebbe risultare un pò ostica per il linguaggio adoperato, che risulta complesso, fruibile ma non sempre fluido, comprensibile ma non sempre immediato o facile. Anche il fatto che siano richiamati diversi ambiti, da quello filosofico a quello della letteratura a quello morale (che sfiora a volte considerazioni di tipo metafisico) sino alle esperienze più empiriche e quotidiane creano un mix complesso, di cui è bello indagare, ma che si comprende meglio (paradossalmente) se si ha avuto modo di leggere e studiare. Molto belle le considerazioni a cui conduce, assolutamente.
Non è un'indagine oggettiva, questo mi sembra giusto rimarcare, in quanto Hazlitt espone i suoi pensieri e li rafforza con tutte le argomentazioni che trova a favore, letterarie, filosofiche, ecc... Hazlitt espone i concetti che gli sono cari e soprattutto consiglia alle persone colte cosa fare, come comportarsi in presenza di persone non colte, o di ceti inferiori.
Hazlitt in questo romanzo se la prende inoltre un pò con tutti: lettori in generale (che secondo lui sono persone che non hanno idee) lettori accaniti (che secondo l'autore seguono la pallida ombra della creatività degli scrittori senza possederne una propria) ovvero gli scrittori stessi, ma anche le accademie inglesi, ecc...
E sorge, ad un certo punto, spontaneo domandarsi ... ma chi è veramente colto, istruito per Hazlitt? Non preoccupatevi, c'è risposta anche per questo:
"Il
più istruito di tutti è colui che conosce meglio tutto ciò che vi è di
più lontano dalla vita quotidiana, dall'osservazione immediata, che non è
di alcuna utilità pratica, che non può essere provato dall'esperienza e
che, dopo esser passato attraverso un gran numero di stadi intermedi,
resta ancora pieno di incertezza, di difficoltà e di contraddizioni. E'
vedere e ascoltare con occhi e orecchie altrui, è credere ciecamente al
giudizio degli altri". ---- da"L'ignoranza delle persone colte" di William Hazlitt
Hazlitt stima moltissimo le donne, le quali, a suo dire hanno maggiore buon senso e maggiore naturalezza nelle opinioni e nelle loro espressioni. Ma questo autore apprezzava anche un certo tipo di uomini, quelli che si sono fatti da sè, le persone che hanno forgiato il loro carattere girando per il mondo, comprendendo praticamente le regole degli uomini, della vita, traendo cultura dal vivere stesso:
Da questa opera emerge vividamente come Hazlitt odi le persone "pompose", piene di sè, quelle che che pur avendo studiato e speso del tempo per apprendere cultura e sapere poi si dimostrano particolarmente ignoranti giudicando gli altri, come se la cultura avesse dato loro il potere di giudizio, di verità assoluta e potere di agire come dall'alto. E queste persone sono ovunque: in politica, in letteratura, ecc.... e proprio a seconda del lavoro che fanno possono fare più o meno danni.
Quello che Hazlitt dice è assolutamente provocatorio, opinabile e soggettivo, ma a mio parere è un'opera davvero interessante, se presa per quello che è: una provocazione profondamente costruttiva. Quelle che fa l'autore sono considerazioni che si fanno quotidianamente e sono un momento per contesualizzare un attimo un discorso complesso, con argomenti importanti, facendo di una piccola critica un discorso più ad ampio respiro che permette di fare considerazioni sulla società, su chi ci governa, sugli scrittori che leggiamo e via dicendo.
William Hazlitt (1778-1830). Scrittore e saggista è considerato uno dei più grandi critici dell'opera di Shakespeare. In vita, fu amico di molti letterati e poeti fra i quali Charles Lamb, Stendhal, Samuel Taylor Coleridge, William Wordsworth e John Keats.